Da appassionato di fotografia nel mondo reale devo dire che la ritrattistica è sempre stato il mio genere preferito.
Un ritratto emozionale in fotografia non è solo un’immagine, ma un viaggio nell’anima del soggetto. Non si tratta semplicemente di catturare un volto, ma di raccontare una storia, di fermare un’emozione autentica che riesca a parlare anche a chi osserva. L’espressione, il modo in cui gli occhi riflettono la luce, la postura, persino un piccolo gesto possono svelare più di quanto si possa immaginare.
Per ottenere un ritratto emozionale, il fotografo deve creare una connessione con il soggetto, farlo sentire a proprio agio affinché le emozioni affiorino in modo naturale. Uno sguardo perso nel vuoto, un sorriso spontaneo o una smorfia di malinconia possono diventare il cuore dell’immagine, trasformandola in qualcosa di vivo e significativo. Anche la luce gioca un ruolo fondamentale: una fonte luminosa soffusa può trasmettere dolcezza e intimità, mentre un’illuminazione più netta e drammatica può accentuare la forza di un’emozione intensa. Il linguaggio del corpo è altrettanto importante: una mano tra i capelli, una spalla leggermente inclinata, la tensione delle dita raccontano stati d’animo senza bisogno di parole.
L’ambientazione e lo sfondo contribuiscono alla narrazione, ma spesso nei ritratti emozionali è il minimalismo a fare la differenza. Uno sfondo neutro o sfocato lascia spazio all’essenziale, permettendo al volto e alle emozioni di emergere con forza. Anche la post-produzione ha un impatto significativo: il bianco e nero può enfatizzare la profondità del ritratto, mentre tonalità più calde e avvolgenti possono evocare un senso di nostalgia o dolcezza.
Ciò che rende speciale un ritratto emozionale è la sua capacità di creare un legame invisibile tra il soggetto e l’osservatore. Non è importante che l’immagine sia tecnicamente perfetta, ma che riesca a trasmettere una sensazione, a evocare un ricordo, a farci immedesimare. In fondo, la fotografia ha proprio questo potere straordinario: rendere visibile l’invisibile e dare voce a ciò che spesso non si riesce a esprimere con le parole.
Creare un ritratto emozionale con MidJourney, o qualsiasi altro strumento di intelligenza artificiale, è una sfida interessante perché manca l’elemento umano reale. Il soggetto non è reale, non ha un nome, non respira, non ride, non soffre, non si lascia scrutare nell’anima. Tuttavia, è possibile ottenere immagini che trasmettano emozioni forti attraverso una combinazione di descrizione dettagliata, uso di colori e luci evocative, e un’attenzione particolare alla composizione.
Anche senza una persona reale, MidJourney può creare ritratti emozionali potentissimi se il prompt è scritto con attenzione. La chiave è pensare come un regista o un pittore: immagina la storia dietro il volto, scegli colori ed espressioni che comunichino quell’emozione e lascia che l’IA trasformi la tua visione in immagine.
Impariamo dai maestri
Ci sono molti fotografi che hanno saputo trasformare il ritratto in una vera e propria narrazione emotiva, catturando sentimenti profondi attraverso lo sguardo, la luce e la composizione. Ecco alcuni dei maestri del ritratto fotografico emozionale:
Steve McCurry
Celebre per la sua iconica foto Ragazza afgana (1984), McCurry è un maestro nel cogliere l’intensità emotiva attraverso il colore, la luce naturale e l’espressività degli occhi. I suoi ritratti raccontano storie di vita, cultura e resilienza.

Richard Avedon
Pioniere del ritratto psicologico, Avedon ha fotografato celebrità e persone comuni con uno stile minimalista e intensamente emotivo. Le sue immagini in bianco e nero, con sfondi neutri e sguardi penetranti, rivelano l’essenza dei soggetti.

Dorothea Lange
Con i suoi ritratti documentaristici durante la Grande Depressione, come Migrant Mother (1936), Lange ha immortalato l’emozione umana con una potenza drammatica, raccontando storie di povertà e speranza attraverso volti segnati dalla vita.

Annie Leibovitz
Famosa per i suoi ritratti intensi di celebrità, Leibovitz usa la luce e la composizione per evocare emozioni profonde. I suoi scatti sono spesso teatrali e profondamente narrativi.

Henri Cartier-Bresson
Considerato il padre del fotogiornalismo, Cartier-Bresson ha catturato momenti spontanei che rivelano l’anima delle persone. Il suo approccio, basato sul concetto di “momento decisivo”, ha rivoluzionato il ritratto emozionale.

Definire l’emozione da trasmettere
Prima di tutto, bisogna chiedersi: che tipo di emozione vuoi evocare? Felicità, malinconia, introspezione, speranza? Questo influenzerà tutto, dalla posa del soggetto all’uso della luce.
Costruire un prompt efficace
Dal momento che MidJourney non lavora con persone reali, devi descrivere in dettaglio il tipo di volto che vuoi generare:
- Espressione facciale: occhi pieni di lacrime, sguardo perso nel vuoto, sorriso accennato, ecc.
- Luce: morbida e avvolgente per emozioni delicate, forte e contrastata per un effetto drammatico.
- Dettagli della pelle: rughe sottili per un’aria vissuta, pelle liscia e perfetta per un senso di purezza.
- Sfondo: sfocato per isolare il soggetto e intensificare l’attenzione sul volto.
- Palette colori: toni freddi per tristezza, toni caldi per accoglienza e affetto.
- Angolazione: un primo piano con occhi ben illuminati crea connessione emotiva.
Esempio di prompt per MidJourney:
“A close-up portrait of a young woman with deep, melancholic eyes, soft natural lighting, slightly desaturated colors, cinematic look, highly detailed skin texture, emotional depth, blurred background –ar 4:5 –v 5”
Per un effetto realistico
Se vuoi un effetto realistico, usa parole come cinematic, hyper-realistic, ultra-detailed.
Adesso ci siamo…
Ora iniziamo a scrivere i prompt, di seguito i risultati della mia sperimentazione.
Emotional black and white portrait of a young, poor girl with unkempt hair, yet stunningly beautiful.
Her face is softly illuminated by the flickering glow, casting deep shadows across her delicate features.
Her eyes, filled with quiet sadness and resilience, reflect the dim light, creating a haunting contrast against the darkness of the night.
High contrast, cinematic composition, film grain texture, chiaroscuro lighting, evocative and raw, inspired by classic street photography masters like Henri Cartier-Bresson and Garry Winogrand.

Modifichiamo il prompt cambiando il genere.
Emotional black and white portrait of a mid age, poor man with unkept bear with unkempt hair, scars on the face.
His face is softly illuminated by the flickering glow of a single candle, casting deep shadows across his features.
His eyes, filled with quiet sadness and resilience, reflect the dim light, creating a haunting contrast against the darkness of the night.
High contrast, cinematic composition, film grain texture, chiaroscuro lighting, evocative and raw, inspired by classic street photography masters like Henri Cartier-Bresson and Garry Winogrand.

Modifichiamo di nuovo il prompt, eliminiamo “poor” e “unkempt”
Emotional black and white portrait of a young, asian girl, with white hair, beautiful.
Her face is softly illuminated by the flickering glow, casting deep shadows across her delicate features.
Her eyes, filled with quiet sadness and resilience, reflect the dim light, creating a haunting contrast against the darkness of the night.
High contrast, cinematic composition, film grain texture, chiaroscuro lighting, evocative and raw, inspired by classic street photography masters like Henri Cartier-Bresson and Garry Winogrand.

Volendo concludere direi che scrivere il prompt per Midjourney, come al solito, è stato impegnativo ma ne è valsa la pena. La chiave di tutto è stata la comprensione dei principi che stanno alla base del ritratto emozionale attraverso lo studio dei grandi del settore. Ultimo e rindondante consiglio che vi presento ogni volta che si parla di prompt engineering: non “sparate” prompt a caso, prima bisogna studiare e capire l’arte, poi immaginare un’emozione, infine reiterare sui prompt. Buona sperimentazione!
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Nerd per passione e per professione da 30 anni, mi occupo di progettazione di ecosistemi software di alto livello come CTO e di docenze in ambito informatico. Mi potete contattare dal mio profilo linkedin a https://www.linkedin.com/in/andreatonin